venerdì 18 gennaio 2008

La cerimonia degli aperitivi: le insegnanti

Ad un certo punto la mia coppa di vodka martini ha preso il canale sbagliato: devo essere diventata tutta rossa, occhi lacrimosi e gesto affettato della mano verso la mia gola (paonazza). No, non c'entra l'alcool che è andato di traverso. La serata, mi stava andando di traverso. Così ho finto un malore, mi sono scolata il bicchiere, e sono fuggita - contrita come si conviene - a duecento metri da lì, in un altro locale, altro vodka martini. Lì ho incontrato Alessandro.
Non sono fuggita per incontrare Alessandro, che Alessandro l'ho incontrato per caso, con un amico che è anche mezzo amico mio. Sono fuggita perché (oh, come vorrei saper rendere l'idea, ragazzi!, darvi davvero l'impressione di quello ho provato...) perché ad un certo punto ho messo a fuoco la situazione e ho dovuto guardare in faccia la realtà: mio dio mio dio, ero ad un tavolo (di legno chiaro, per inciso: una vera pacchianeria) di un locale pieno di spifferi, troppo illuminato e frequentato da alcuni noti ubriaconi del porto. Ma non è questo il punto. Il punto è che ero ad un tavolo con sette (7!) donne, sette per dio!, sette donne di cui sei (6...) insegnanti...
Ho l'ardire di pensare di aver reso l'idea.
Ero disperata.
Non è una disperazione "di categoria": non nutro un odio particolare per gli insegnanti: certi, in passato, mi hanno salvato la vita, alcuni mi hanno dato una meta, o svelato un sogno ad occhi aperti. Pochi li ho amati, con ardore e travaglio. Altri li ho - obiettivamente e prosaicamente - detestati... ma devo riconoscere che erano creature detestabili, non insegnanti detestabili - se capite cosa voglio dire.
Ma ieri sera, ad un certo punto (sempre lo stesso punto), la realtà si è trasformata. Nel giro di mezz'ora, repentinamente come per Gregor Samsa, tutto ciò che mi stava intorno ha assunto una sfumatura surreale e insopportabile, i cliché si sono concretati, uno-per-uno: dai discorsi sugli "Uomini", agli imperdibili aneddoti sui genitori degli alunni, alla declamazione delle immani fatiche del lavoro d'insegnante (una certa Monica, prof di matematica, fagocitando una manata di patatine ha sospirato accorata: "Per reggere questi ritmi, al pomeriggio devo sempre andare a fare il riposino", e - sgrunch! - giù per l'algoritmico palato un'ennesima manata di patatine unte). Non erano più individui: erano un sol uomo di gesti, "eh sì, è proprio così", capi che si scuotevano, espressioni in serie, occhiali, e zampe insettivore che spazzolavano via tutto alla velocità della luce. Accidenti, la scuola le affama, a quelle giovani donne lì!
Diciamo che il lato comico della vicenda lo vedo ora - ed è conseguenza dell'aver incontrato Alessandro e Chris ed essermi divertita e aver riso e scherzato e fatto un po' la stupida senza paura di essere né giudicata né bacchettata - ma durante quell'interminabile mezz'ora ero piuttosto abbattuta. E arrabbiata! Caspita, mi dicevo, sono carine 'ste ragazze qua! Sono curate, spigliate, ben vestite e bionde; se gli va di culo, sono anche alte e magre e col nasino a punta. Sanno parlare, hanno studiato, sono serie e misurate. Allora perché sono così vuote? Perché sono le maschere di loro stesse? Perché hanno quell'aria da prof anche quando sono tutte insieme a prendere un aperitivo?
Non potevi sbagliare, neanche ad essere ottuso: io sono scappata all'ennesimo sguardo che mi strusciava addosso dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso, quello sguardo da sopra gli occhiali, anche se in alcuni casi gli occhiali manco c'erano. Ho pensato: come gli indurisce lo sguardo, insegnare, a questa gente. Come le disumanizza, come le omologa, come le svuota... e le riempie di formule, frasi fatte, lezioni. Questa gente dalla cattedra non scenderà mai, e glielo leggi in faccia, con un margine di errore dieci a uno.
C'era questa bella giovane donna, ieri, al tavolo: Erika, prof di lettere. Lei era quella che aveva il culo di essere alta, magra e col nasino all'insù, bionda e molto sorridente. Ed era quella che aveva la sfiga dello sguardo-lumaca, una pupilla glaciale e offensiva che mi faceva saltare i nervi. Guardava, guardava tutto senza sosta, masticava guardava sorrideva, e la qualità disumana del suo sguardo inautentico mi metteva nei piedi la voglia di altrove. Il malore mi ha colto - per grazia di dio - subito dopo averla vista tirare su il dito medio ad un uomo che, passato a fianco a lei, ha avuto il coraggio di guardarla.
V

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Il tavolo l'ho visto, ma tu non c'eri più.
Forse è vero, c'è troppa luce... ma ci sono anche lati positivi:ad esempio non c'è musica.

My funny Valentine ha detto...

Caspita, un "testimone" vero!
Non ti dirò che mi sto febbrilmente interrogando per tentare di capire chi sei, Testimone. Mi permetto solo di dissentire su una cosa: l'assenza di musica nei locali mi sa di mensa scolastica: rumore di voci e piatti che cozzano... forse sono scappata anche perché non c'era la musica a farmi evadere...
:-)
Benvenuto, comunque!
V

Daniele ha detto...

Ciao, dopo aver riso da Samuele hai scaricato il mio libro? :-)

Bel blog il tuo! Complimenti!

My funny Valentine ha detto...

Daniele, che piacevole sorpresa la tua visita!
Dunque, hai ragione: ho riso di Samu e NON ho scaricato il tuo libro. Imperdonabile. Ci sono un paio di motivi per cui non l'ho fatto, uno personale, l'altro economico:
1. Personale: sono pigra! No: pigrissima! No: pigrerrima, che rende meglio l'idea...
2. Economico: sono in tutto e per tutto soggiogata da una balzana quanto veritiera legge di mercato, secondo cui le cose che costano TROPPO poco valgono altrettanto.
So che può anche non essere così, ma in questo caso credo dovrai darmi una buona ragione per contraddire e la mia innata pigrizia e la mia consolidata convinzione... Sono comunque ben disposta al dialogo.
:-)
Grazie per i complimenti, farò un salto sul tuo blog.
V

marina ha detto...

Guarda che questa storia che usi "bionde" come soprammercato di beltà mi fa parecchio girare le balle!
sei avvisata ;-)

per questa volta ci passo sopra e ti linko ma se ci riprovi ti slinko
ciaomarina

My funny Valentine ha detto...

@Marina: bella prof, ti confido un segreto: sono stata bionda per otto anni. Ora, da qualche mese, mi sono fatta mora, un bel moro-cioccolato con cui mi trovo a mio agio e mi sento uno spettacolo. Le bionde non è che le sopporto più di tanto, specie quelle finte. Sarà per questo che la simpaticissima Erika del post l'ho dipinta bionda??
:-)
V

Anonimo ha detto...

Il mio odio per la musica nei locali è direttamente proporzionale al volume (...però è vero che la musica bassa è meglio dell'assenza di musica).
Un tale scriveva che "è nel silenzio che si ascoltano le voci, è al buio che si vedono le luci".
Quel tale visse in silenzio per molti anni e sempre lavorò con la luce.

Daniele ha detto...

Allora, vediamo se sono bravo a convincerti. Diciamo che 0,99 è un prezzo promozionale legato alla causa benefica per invogliare al download. Poi è così basso anche perchè non è di fatto un inedito: si tratta della raccolta di post e di commenti già apparsi sul mio blog. Diciamo che nel libro si trovano sistemati bene, di facile lettura. Ma la vera spinta per eliminare la tua pigrizia dovrebbe venirti dalla causa. Spendi meno in un euro ma non lo dai a me, ma a quel bambino che vedi sulla colonna di sinistra del mio blog... :-)

vjj ha detto...

Aperitivo allaArgento...brrrr!!!
e se non fossi riuscita a divincolarti?
Se EriKa, dura come un sasso(L'alzata del dito medio agli sguardi degl'uomini, per la verità, è una patologia detestabile ma diffusa) t'avesse gelata coi suoi occhi di ghiaccio?
Hai rischiato molto, questo lo sai?
Attenta agli aperitivi, nascondono insidie insospettabili.

PS: pienamente d'accordo sulla testa mora: difficile non essere (e sentirsi) spettacolare! Senza nulla da togliere alle biondone... io mora lo nacqui!

Anonimo ha detto...

l'essenza dell'oretta felice...bevi tre sopporti sette..

amo la latitanza ..:)
un caro saluto

My funny Valentine ha detto...

@ Testimone: la tua citazione, con mini-storia incorporata, è di una bellezza commovente.

@ Daniele: ti ho risposto direttamente sul tuo blog.

@ VJJ: 'sta Erika era perniciosissima, in effetti. Ma io, contro gli sguardi gelidi e ag-ghiaccianti, ho la mia personale arma di difesa (grazie alla quale per ora me la sono sempre sfangata): uno sguardo di fuoco! Che solitamente ammazza e scioglie 'ste statue di sale...
;-)
W le more, allora!
(Anche se, devo ammetterlo, la mia icona di bellezza assoluta è Marilyn Monroe...)
V

Daniele ha detto...

Però... sul mio blog hai risposto sulle Blogstar non su quello che ho scritto qui... :-)

My funny Valentine ha detto...

Daniele, come darti torto... Sono indecisa, dico la verità. E puoi ben capire come non sia una questione di soldi, ma di principio.
Credo comunque che alla fine lo acquisterò, se può consolarti. E forse ci scriverò su un post, se mi intriga in qualche modo.
Fino a quando è possibile scaricare il tuo libro?
V

Daniele ha detto...

Puoi scaricarlo fino a quando vuoi, non c'è un termine... ma da febbraio forse tornerà al suo prezzo originario... Sto leggendo un po' i tuoi post e sono veramente accattivanti... Complimenti.

Anonimo ha detto...

Ossignùr! al solo sospetto di avere anch'io l'"aria da prof." e la "qualità disumana" dello "sguardo inautentico" mi sento svenire...

My funny Valentine ha detto...

Ma no, Clotilde! Mica tutte le insegnanti sono così! Solo quelle giovani che frequento io... ;-)
V

Anonimo ha detto...

Anche se l'incubo rimane, devo dire che ora mi sento molto meglio.
:–)