martedì 29 gennaio 2008

Bauman: il fallimento di una relazione

Pochi giorni prima che la mia relazione finisse, Effe ed io passeggiavamo per Alassio finché siamo entrati in una stretta sgangherata libreria del Budello. Una libreria come un piccolo utero: una casa, insomma, e con una padrona accogliente. Ricordo che siamo usciti di là con sacchetti pieni di libri, e io pensavo Ci torneremo presto! Mi sentivo in pace e tesa, percorsa dalle correnti di tutti i libri non ancora letti che ci portavamo dietro. La prossima volta che veniamo a mangiare sushi..., devo aver pensato. E i miei pensieri sul selciato avevano una baldanza leggera mentre mi accoccolavo meglio sotto il braccio di lui, e lui sorrideva.
Non ci tornammo più. Insieme, almeno.
E questa cosa mi è entrata dentro come un puntello, e ha procurato tanto più dolore quanto più mi sono piaciuti quei libri, uno ad uno nel corso delle settimane seguenti: dalla Vargas a Bauman, da Caprarica a Richler, teologia romanzi saggi e poesia. Ogni abbuffata di pagine - per settimane - è stato bulimico rifiuto di soffrire, testardo coriaceo indispettito rifiuto di piangere. Che è servito a cementarmi il carattere, a non cedere, ché anche questo è un modo di crescere - fottuto e stronzo e amaro modo di crescere ma pur sempre crescere. E crescendo, i sentimenti impariamo ad aggirarli più facile, e noi più furbi più scafati e loro più subdoli e sempre meno riconoscibili, sempre più lenti. E magari un sentimento esce a mesi di distanza, scoppia, come bolla di sapone in bocca - lasciando quel gusto amaro che ha il sapone e anche un po' acido.
Bauman dice che il fallimento di una relazione è quasi sempre fallimento di comunicazione, e scrive: "L'amore è uno dei rimedi palliativi alla manna/calamità dell'individualità umana, uno dei cui molti attributi è la solitudine a cui è destinata la condizione di separazione [...]. L'amore è sempre venato di un impulso antropofagico". E infatti io avrei voluto mangiarlo, ogni attimo, e il voler divorare l'altro è esperienza universale d'amore, possesso e desiderio. Ma poi (ed è la legge di ogni digestione, e di ogni passione) tutto viene espulso, eliminato, cagato... davvero. E mi spiace che le parole a volte facciano male, facciano storcere la bocca e irritare e dare fastidio e protestare talvolta, ma mai quanto certi sentimenti: e questa si chiama consolazione. Che niente mai farà altrettanto male di un brutto sentimento, nemmeno una brutta parola.
E allora Bauman critica l'amore ai tempi del cellulare, ci disprezza a noi generazione di "stay tuned". Senza tanti giri di parole, ci dice che siamo vani, superficiali: abbiamo smesso di "desiderare" per barattare il troppo impegnativo desiderio con la ben più agevole "voglia": ho voglia di te, che se avessi Moccia sottomano - mi scusino tutti, mi scusi Moccia più di tutti - lo torturerei capello per capello per essere andato dietro gli squallidi fantasmi di una generazione vuota troppo vuota, assecondandola.
Concludo, e passo il testimone a questo Grande Vecchio del pensiero occidentale.

Il desiderio è la brama di consumare. Di assorbire, divorare, ingerire e digerire - di annichilire. Per contro, l'amore è il desiderio di prendersi cura e di preservare l'oggetto della propria cura. Un impulso centrifugo, a differenza del desiderio che è centripeto: un impulso a espandersi, a fuoriuscire, a protendersi all'esterno... Se il desiderio vuole consumare, l'amore vuole possedere.
Forse parlare di desiderio, oggi, è eccessivo. Come per lo shopping: oggigiorno chi va per negozi non compra per soddisfare un desiderio, ma semplicemente per togliersi una voglia. Ci vuole tempo per seminare, coltivare e nutrire il desiderio. Il desiderio ha bisogno di tempo per germogliare, crescere e maturare...
Quando è pilotata dalla voglia, la relazione tra due persone segue il modello dello shopping. Al pari di altri prodotti di consumo, è fatta per essere consumata sul posto ed essere usata una sola volta. Innanzi tutto e perlopiù, la sua essenza è quella di potersene disfare senza problemi.

Z. Bauman, Amore liquido

V

18 commenti:

vjj ha detto...

Bauman (neanche a dirlo) scrive una grande verità, almeno per come io la penso: l'incapacità di intendersi ci costringe alla solitudine e affama le nostre anime d'amore...'che l'amore è condivisione simpatica.

PS:(alleggerendo il tono) se vuoi, il Moccia, io lo tengo e tu lo torturi...ok?

My funny Valentine ha detto...

Vjj, ci sto, ci sto! :-)
V

guccia ha detto...

Per commentare dovrei descrivere cosa ho provato quando hai scritto della libreria-utero, dell'amore che fagocita, del tuo amore finito. Impossibile.

Fabioletterario ha detto...

Ma il poi serve a guarire e a rinascere... E a fare altri progetti, anche se con qualcun altro... No? ps: ho scritto qualcosa su Anne Frank, se ti va di dire la tua...

My funny Valentine ha detto...

Fabio, già fatto! (Il commento ad Anne Frank, intendo...) Non potevo farmelo sfuggire, un post sulla Shoah!
V

kabalino ha detto...

Odio i cellulari, ma proprio tanto...non servono a nulla, crediamo che servano ma non è vero. E abbruttiscono il mondo, che è peggio (oh, io la vedo così...)
:)

marina ha detto...

Tocca a me difendere quelli che sono giovani oggi? Possibile? La generazione vuota, vana, superficiale?
Non so, ma non mi convince del tutto. Io penso che sia solo afasica, che non sappia dire, che le manchi la speranza che dire possa servire. Non credo che siano vuoti. Qualche volta sono tentata di pensarlo, ma poi ne incontro tanti che soffrono il loro proprio vuoto e mi dico che sono molto sfortunati.
Sull'amore finito: vomitare rapidamente per tornare ad abbuffarsi ;-)
ciao marina

My funny Valentine ha detto...

@ Marina: sicuramente il tuo lavoro di prof ti permette di avere uno sguardo privilegiato sui giovani di oggi. E le generalizzazioni non piacciono nemmeno a me, e un po' mi vergogno di aver ceduto alla tentazione di generalizzare... Però.
Però la sera esco e li vedo, questi giovanissimi, e allora mi si stringe il cuore: non c'è direzione, non c'è "idea" dietro le loro parole, non c'è identità o stile o tormento esistenziale.
Mi tocca citare un verso di Irene Grandi che non è la mia autrice preferita, ma che in "Bruci la città" dice una cosa semplice ed estremamente vera: "E tutti quei ragazzi / come te / non hanno niente".
Hanno tutto, eppure niente.
Mi spiace. Non sono ottimista e non vedo speranza: faccio fatica a vederla in me e nella mia generazione di irascibili fancazzisti, figurati nella loro.
[Con questo non sto dicendo che non ci sono le eccezioni...]
V

Roberto ha detto...

fottuto e stronzo e amaro modo di crescere ma pur sempre crescere.Questa frase la condivido trovo queste parole associabili a qualunque cosa negativa che ci possa succedere.
Sempre bello leggerti.

Ps la prossima volta metterò un mare calmo al suo tramonto.
Buona serata
Roberto

My funny Valentine ha detto...

Grazie Rob. Sono passata anche stamattina da te per rivedere la foto, ma ho continuato a trovarla inquietante per me e per il mio animo decisamente instabile di ora...
Buona serata a te
V

Lara ha detto...

"Il leone perderà la sua forza
ed il cardo si appassirà;
allor l'arpa nell'ora del vespro
avrà infine un dolcissimo suono!"

Ecco il mio augurio per te, estrapolato da Yeats.

Buona serata, my fanny valentine!

dawoR*** ha detto...

Un Sorriso :) dawoR***

Anonimo ha detto...

Anch'io odio in mod appasinato Moccia e i suoi libri pieni di marche al posto degli oggetti. Se lo fate prigioniero, posso dargli due cazzotti anch'io? Ne avrei tanto piacere: non è una voglia, è proprio un desiderio.

My funny Valentine ha detto...

Simpatica Velvety! Volendo esagerare, più che "desiderio" di torturare Moccia, potrebbe quasi essere "amore" di torturarlo, una vocazione... :-)
V
p.s.: Sai che quando mi è arrivato il tuo commento ero sul tuo blog?? Ora ci ritorno, aspettami...

enzorasi ha detto...

Ci stai provando anche tu? Siamo in molti a chiedere, cercare di capire ( dopo quando tutto è finito) cos'è l'amore. Ho la netta sensazione che mentre scrivevi e citavi un attento e illuminato Bauman, sapevi perfettamente di non dire, non dirci tutto! Lo fai spesso: uno spiraglio aperto per un istante su panorami vertiginosi e poi...tac, ti rivesti in uno striptease al contrario eccitante e nervoso. Non fai così per incapacità o impotenza letteraria ( per inciso hai un modo di scrivere meraviglioso e appagante che rappresenta almeno la metà delle ragioni per cui ti leggo) ma perchè sai di sfiorare il vero mostrandoci il suo simulacro vuoto. Io mi sono innamorato due volte in tutta la vita e non potrò mai dire compiutamente ma solo disquisire con acrobazie intellettuali del mio essere di allora. Posso solo affermare che, innamorato, stavo seduto in cima al mondo...anche se poi rotoli giù qella prospettiva non la dimentichi mai.

My funny Valentine ha detto...

Enzo, ho provato a riflettere e ad aspettare, ma proprio non so cosa risponderti. Scardini i miei muri e le mie corazze, e questo mi spaventa un po'.
Ad ogni modo, ringrazio per i complimenti.
V

enzorasi ha detto...

IL fatto che il mio dire scardini muri e corazze non è, purtroppo per me, una novità. Mi aliena contatti e vita; cerco di tenermi a bada e credevo che una eguale sintassi intellettuale facesse da cuscinetto fra me e la mia crudezza. Perdonami Valentina, sinceramente: qualsiasi cosa ma la paura no, non con te, non in questo contesto. Ti leggerò in silenzio come un ospite più garbato...o non ti leggerò affatto per non cadere in tentazione. Perdonami.

My funny Valentine ha detto...

Enzo, per favore, no. Ti dicevo che scardini muri e corazze, ma lo intendevo in senso assolutamente positivo. Questo te lo garantisco. Quando passi da me, vorrei che lasciassi sempre qualcosa di te, perché le tue parole mi arricchiscono. Sempre.
Per favore, non scomparire così... E se scompari, so dove venirti a cercare, comunque! :-)
V