Io lo so dove sono: sono qui, in questi piedi che danzano e confusa tra mille molecole di una luce abbagliante. E anche se il mio corpo non c'è davvero, chi se ne frega. Io ci sono, in qualche modo - e sono la pazzia di Oskar col suo tamburo di latta, nascosta come il nonno sotto le fitte quattro gonne di una giovane Anna Bronski. Quattro, come i balzi dei miei piedi irrequieti; quattro, come i miei sorrisi.
Primo sorriso.
Ieri sera, guardandolo, non ho trattenuto una carezza. E' stata una carezza non pensata né voluta ma come dire - sbocciata, come un tic. E' nata nelle dita prima ancora che nella testa, e solo poi è diventata: reale.
Secondo sorriso.
Ho ricevuto una mail, stamattina, e la fotografia di un mare accecante e poche parole: "E' bello tornare a capirsi". In quelle parole, la dolcezza di un messaggio inatteso e desiderato - come quelle cose che non sai di desiderare fin quando non le hai tra le mani e pensi com'erano vuote le mie mani, prima.
Terzo sorriso.
A come mi hai afferrato il braccio, martedì sera. Di fronte a Le Trottoir (la testa fitta delle tante sere con Mara, negli anni a bere e fumare e tentare di parlare americano con gli americani, fallendo e ridendo e ballando), mi hai preso il braccio e l'hai stretto, avvicinandomi. Ho nascosto il viso dietro ai capelli, ma ho sorriso.
Quarto sorriso.
"Ricordi cos'hai detto anni fa, al Tenco?", non ricordavo, no. "Parlavamo di tradimenti, e io ti chiedevo se per te anche baciare significa tradire. Tu hai risposto: 'anche solo guardare è tradire'. Ricordi?" E, sì, all'improvviso ricordo.
V
Mia nonna non portava una sola gonna, portava quattro gonne, una sopra l'altra. Non che portasse una gonna e quattro sottane; ben quattro cosiddette gonne indossava, una gonna portava l'altra, ma lei le portava tutt'e quattro in base a un sistema che ne mutava ogni giorno l'ordine. Quella che ieri era al di sopra, oggi stava subito sotto, e la seconda diventava la terza. Quella che ieri era ancora la terza le stava il giorno dopo vicino alla pelle. La gonna ieri più vicina al corpo faceva chiaramente mostra oggi del proprio motivo, e cioè di nulla affatto: le gonne di mia nonna Anna Bronski prediligevano tutte la stessa tinta, quella delle patate. Sembrava che le donasse.G. Grass, Il tamburo di latta
10 commenti:
Son passato, mi son fermato, ho letto. E' sbocciato un quinto sorriso. Buon fine settimana, Valentina.
é bello sapre che ci sono persone come te, che pensano e scrivono e sanno essere come sei.. mi rasserena sapere che non c'è solo chi scarica la suoneria "bella Topolona"
@ Mek: grazie. Anche commenti come i tuoi sono belli a leggersi. :-)
V
"Anche solo guardare è tradire"
Vorrei con tutto me stesso poter controbattere efficacemente al peso di questa frase...
Non posso, in fondo so che ha del vero...
@ Bleek: sono stata un po' criptica, in questo quarto pensiero... Ma sai cos'è che davvero mi ha fatto sorridere, ricordandomi di quest'affermazione (di circa 10 anni fa)? Che da giovanissimi si hanno certezze e dogmi. E che col tempo, ci si ammorbidisce...
Lo so che è una mezza verità, il tradimento dello sguardo. Ma oggi come oggi non mi mi sentirei più di condannarlo.
Un abbraccio, e buon weekend.
V
Io non condanno più nulla in amore. L'amore è un qualcosa di così luminoso, di così etereo, di così raro e accecante, che qualunque guizzo del cuore faccia nascere, bisogna accoglierlo. Per la nostra vita.
Però, io parlo d'amore.
Ci hai regalato un bel sorriso... Grazie, Giulia
Già Valentine, da un lato il tempo ci ammorbidisce, dall'altro, a seconda dei percorsi, ci indurisce...
Probabilmente è una questione di equilibrio...
La giornata inizia con quattro tuoi sorrisi e a Roma c'è la temperatura perfetta per girare in moto...
Come sempre un bel post.
Grazie,
polle
@ Polle: beati voi! Qui in Liguria piove come dio la manda e fa un freddo cane... Però condivido il sorriso con te e ti auguro un buon inizio settimana!
V
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