E' che le proprie zone d'ombra solitamente nessuno le conosce, e ci fanno anche un po' paura. Ad esempio: io so che non dovrò mai avere il porto d'armi. Soffro di bagliori d'ira rari e totalizzanti che bruciano in un attimo ma mi annebbiano la mente - e dio non voglia che, in un attimo di quelli, mi trovi per le mani un qualunque oggetto contundente o esplosivo. Ma le vere zone d'ombra, in realtà, non le conosciamo nemmeno, e non è l'ira o la paura o la follia, ma il perché di questi stati. Cosa c'è sulla faccia nascosta della luna? Cosa c'è dietro alla furia e alla vergogna e all'angoscia?
Ieri sera parlavo delle zone d'ambra con un amico, e provocatoriamente gli dicevo: io non ho zone d'ombra. Che non averle, in fondo, è come essere solo ombra. Da qualche parte lessi tempo fa una frase bellissima. Diceva: aiutare gli altri è la parte luminosa del controllo. Perché dall'ombra non si scappa, che lei s'annida nelle nostre qualità più fulgide e le riveste di ambiguità. "Io sono buona", dissi quest'estate ad un amico dottore. Lui rispose: "Buono è solo Dio", e da questo capii non che la bontà c'entra con Dio, ma che io non c'entravo con la bontà; che il mio voler essere buona era la proiezione luminosa di una qualche oscurità nascosta. Era il mulinello d'acqua nel fiume - che non lo vedi, e lui t'affoga.
Mi piacciono le persone che sorridono, forse perché io non amo sorridere. Nel sorriso c'è una magia, un'architettura di muscoli denti e labbra che ogni volta mi lascia senza fiato perché il sorriso è una ferita e un'apertura, pelle che si tende e al contempo scioglie, un atto di generosità ma anche ostentazione. Troppo poco siamo consci che il sorriso è la parte luminosa del ringhiare e mostrare i denti, e mi fa paura pensare che lo si possa fingere e lo si possa fraintendere. Fraintendere un sorriso è come precipitare in quel mulinello d'acqua: non te ne accorgi nemmeno - e sei già perso.
V
giovedì 21 febbraio 2008
L'ombra e il sorriso
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Riflessioni
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20 commenti:
Quand'ero piccolo scambiai per sorriso il latrato di uno schnauzer.
Mi beccai un morso tremendo, eppure sono rimasto sempre convinto che lo schnauzer stesse ridendo. Dal che ho tratto una lezione: spesso la differenza tra un sorriso ed un latrato risiede soprattutto negli occhi di chi guarda!
:-)
Ciao D
Quel che dici è vero da far male... di questi tempi penso spesso alle zone d'ombra, a quel che la storia, di ieri e di oggi, ci testimonia siamo capaci di fare.
Il bene ed il male sono dentro di noi "fratelli a un tempo stesso" rubando, e mi si scusi di questo, le parole a Leopardi... mi domando anche se è in noi la facoltà piena di scegliere tra i due...
(per adesso la mia risposta è sì)
A me piace molto sorridere e ridere e come te amo molto la gente che mi sorride con sincerità. Odio le risate false, da non confondersi con i sorrisi di circostanza che sono un frutto della nostra educazione.
Idem come Te non potrei andare in giro armato,un sorriso.
Roberto
interessante.....il nome del tuo blog mi ha incuriosito e devo dire che lo ho trovato bello....se ti va di fare scambio link mi trovi su antoniolatrippa.blogspot.com
a presto!!!ciao
@ Diego: con un aneddoto come il tuo, chiaramente condivido anche la tua 'lezione' finale. Sì, il sorriso è negli occhi di guarda.
@ VJJ: anche per me, per ora, la risposta è sì.
@ Lupo: sai che me lo immaginavo, che tu amassi sorridere? :-)
@ Rob: soprattutto, cerchiamo di non litigare mai assieme, se no son dolori... ;-)
V
Ho trovato il tuo blog tramite un commento che hai lasciato di un altro. Lo trovo veramente molto interessante e conto sicuramente di ripassare. Ciao da Maria
@ Antonio: grazie per essere passato!
@ Melina: benvenuta, allora! :-)
V
Scusami Valentina, c'è un nesso (che purtroppo non ho colto..) fra i due argomenti del post?
Dani... uhm... direi di sì...
:-)
Il nesso è questo: il sorriso è la parte luminosa di un gesto aggressivo come mostrare i denti. E l'ambiguità del sorriso si vede nel fatto che lo si possa fingere o mal interpretare. In sostanza, il succo è: tutto ha due volti, e spesso molto più di due... e il volto che mostriamo non sempre è il più vero o il più autenticamente nostro.
Mi spiace se sono stata poco chiara!
Un bacione!
V
credo che il tuo ultimo commento vada aggiunto al post. Chiarisce meglio il tuo punto di visto.
Ti leggo, mi piace il tuo lavoro
Sono piena di zone d'ombra e ne sono perfettamente cosciente. Convivo con loro. Il sorriso e la risata sono miei compagni di vita. A volte ne abuso, ma sono sempre spontanei: arrivano, affiorano, scoppiano. Il sorriso è luce ed io lo accetto negli altri anche se è forzato, ché dietro di esso vedo comunque la buona volontà.
Un bacio.
Anna
Ora ho compreso meglio... Grazie!
Non ti preoccupare, era sicuramente un mio limite non aver capito completamente...
Eppure, a me piacciono così tanto, quei sorrisi che non comprendo mai...
Bellissima riflessione.
Ma io voglio vedere la parte luminosa del sorriso, lo sforzo di mostrare una faccia più accogliente.
E mi fido del mio istinto: qualche cosa stride sempre nei sorrisi falsi.
L'osservazione di Andrea mi sembra perfetta.
Quindi: occhi aperti!
un sorriso marina
mi correggo, volevo dire Diego D'andrea
ari-marina
@ Ed: grazie! :-)
@ Anna: il tuo sorriso è bello, e fai bene ad abusarne...
V
noi siamo semplicemente quello che decidiamo di essere...l importante è essere sempre se stessi senza mai fingere...i sorrisi sono stupendi quando sono spontanei....l essenza dello star bene
Dire che il buonismo non e' sempre vera bonta' e' scontato. Siamo passati dal credere che chi facesse un gesto verso qualcun altro fosse un altruista, a pensare che lo fa sicuramente per coprire qualche sua lacuna ;)
E... se qualcuno facesse davvero un bel gesto per vero altruismo e basta? Qualcuno ci crederebbe ancora? :)
Sulle zone d'ombra... ti ricordi la Johari window che citai nel mio blog? ;)
Wolf, certo che ricordo la Johari window! E chissà che non mi abbia 'ispirato'! ;-)
V
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