Domenica per la prima volta sono andata a vedere una partita di rugby. Senza conoscerne le regole, senza sapere niente di più di quello che racconta Marco Paolini nei suoi spettacoli. E ripensando a Paolini, alla 'mancansa d'ignoransa', nei momenti più drammatici (quando al termine di una mischia uno della 'fanteria' rimaneva a terra rantolante) io me la ridevo. Proprio una bella risata spontanea, che nasceva da un fondo di adrenalina che mi attorcigliava le budella per il rumore di ossa e denti e muscoli che andavano spaccandosi sulla terra fangosa del campo.
E' un bel gioco, il rugby. Un gioco maschio e ordinato, danzato, lottato e urlato. Con qualche stralcio di sangue e delitto, ma anche molta coreografia e potenza ragionata. Mi ha tirato fuori la voglia di lotta, e la leggerezza dello sguardo.
... Alla fine gli ho detto: "Vorrei essere il tuo pallone da rugby, che tra le tue braccia arriverei sicura alla meta". E abbiamo riso sul suo sopracciglio spaccato. Perché arrivare alla meta ci s'arriva con i calli alle mani e il cervello stanco.
V
martedì 26 febbraio 2008
'Brevi' sul rugby
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10 commenti:
Si'... ma pieni di gioia per esserci giunti! ;)
Perché arrivare alla meta ci s'arriva con i calli alle mani e il cervello stanco.
..già, non sarebbe però stata una pessima idea metterlo sul foglietto informativo...
Vivo in una città dove il rugby, al contrario del calcio, è di casa.Nella nazionale giocano al momento 4 aquilani. Tutte noi abbiamo avuto almeno un marito, fidanzato, figlio, amante, amico, conoscente che ha giocato o gioca a rugby. Bello sport: forte, maschio, ragionato e, soprattutto, ancora pulito. Seguo da sempre Marco Paolini, ultimamente su La7 ha parlato di rugby con garbo e conoscenza profonda, allacciandosi a tanti episodi di vita privata che ho riconosciuto per essermi familiari, essendo Paolini nato nel mio stesso anno ed avendo frequentato gli stessi ambienti.
Sopracciglia spaccate e calli alle mani, mi ricordano molte cose :-))
@ Anna: a me invece si è aperto un mondo del tutto nuovo. E, devo ammetterlo, del tutto piacevole (almeno, da guardare!)
:-)
V
Bello il gioco del Rugby (modestamente sono un RugbyMan), con il suo essere spietato e allo stesso tempo rispettoso, un pò come le guerre di una volta, dove al calar del sole le ostilità cessavano per riprendere poi all'alba...(forse per questo che duravano degli anni?!?) :-)
La meta rappresenta il punto d'arrivo, non definitivo, il quale dev'essere riproposto all'infinito fino al fischio finale...che se vogliamo...rappresenta la fine della vita.
Non conosco il rugby. Ma è bellissimo vedere le ragazze, le donne che vanno allo stadio, fanno il tifo, si lasciano andare con passione a questi giochi "maschili".
Andare allo stadio (e lasciarsi andare al tifo) è un pò una danza che ti carica di adrenalina.
Ciao!
Qui c'è per me una stupenda pagina di rugby.
IO mi sono innamorato del Rugby quando mi hanno portato ad un Italia Nuova Zelanda al Flaminio.
Che spettacolo..poter bere la birra senza paura di essere menati da qualcuno :-) e poi la correttezza, il tifo sugli spalti, i "mona" all'indirizzo della banda dei carabinieri che hanno coperto la haka dei neozelandesi..
Paolini ha fatto il resto..
@ Guccia: davvero bello quel pezzo che mi hai segnalato. Grazie!
@ Franz: nel mio tentativo di istruirmi rapidamente sul rugby, ho scoperto che i giocatori di rugby non sono chiamati 'rugby players' ma 'rugby man'. Perché questo sport è, innanzi tutto, una filosofia di vita...
@ Silvio: io non mi sono scalmanata troppo, almeno questa prima volta. Ero ancora un po' circospetta... Spero sarò più attiva la prossima volta! :-)
@ Gianluca: non so tu, ma a me sentir dire 'mona' fa morir dal ridere! :-D
V
"La prima cosa è l'odore della sifcamina e dell'olio canforato..."
Anch'io del rugby so il poco che ho vissuto in questo spettacolo, e che ho imparato seguendo l'Irlanda al Sei Nazioni. Grazie del complimento al mio pezzo.
Tornerò a trovarti.
F.
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