domenica 2 marzo 2008

Incontrando Piazzolla, tra pioggia e notte

Detesto Piazzolla, perché ogni volta che lo ascolto mi lascia una scia nell'animo deserta e secca - come dopo appena pianto. 
Ieri sera camminavo per le vie strette e buie di Cervo, le mani nelle tasche del cappotto e il collo chiuso nelle spalle contratte. Guardavo a terra, i ciottoli bagnati dall'umidità della notte, e il passo corto e svelto, e alla fine Nicola mi ha detto: "Cammini troppo veloce, scivolerai, che c'è bagnato", e intanto mi stava un passo indietro, ogni tanto si fermava e io, accelerando, voltavo la testa e abbassavo il mento sulla spalla per guardare dov'era rimasto dove fosse finito. Ma lui era lì, ad un paio di metri da me, dietro, quasi ridosso ad un qualche muro, e mi guardava. Uno sguardo vago e un po' sperso, ma bello. E la bellezza Nicola la teneva tutta contratta nelle mani affondate nei jeans, la bellezza lo percorreva in un'onda circolare e sfibrante, che se affrettavo il passo era per sfuggire a quell'onda quel moto caldo che nemmeno lui sapeva di emanare, come odore di pioggia dopo che ha smesso: la bellezza dei vent'anni, che si vergogna di se stessa o più spesso si ignora, dimentica e gloriosa nella sua sfacciataggine pudica. Non potevo nulla di fronte a quella bellezza che non era mia e in fondo nemmeno sua, che strisciava sul selciato e rasentava muri e colava giù dal cielo assieme alla nebbia fredda della notte. 
Poi abbiamo sentito una musica che usciva dal portone, da una finestra filtrata da tende scure, era Piazzolla che suonava, e Nicola non poteva sapere e io non sapevo come farglielo capire che detesto Piazzolla e quell'umidità di pianto che mi lascia nell'anima. Eppure mi sono fermata, appoggiandomi a lui in silenzio, e noi due al muro. In quell'istante di gambe finalmente ferme (più nessun bisogno di altrove, e con un nodo in gola che era spazi siderali di distanza tra noi e un senso di scottante emozione), la sua bellezza è diventata la mia, e anche la musica - senza parole nella cornice di quella notte umida e stranita - mia.
V

9 commenti:

Erikù ha detto...

Cervo?cervo sopra andora?se si siamo quasi compaesane...
bellissimo post e scusa l'off topic!

My funny Valentine ha detto...

Figurati! Sì, proprio quel Cervo lì... :-)
V

Roberto ha detto...

Bellissimo racconto come sempre Val.
Passa una buona domenica
Roberto

Anonimo ha detto...

Bell'idea, la prossima volta che mi capita devo assolutamente provare il potere "collante" di Piazzolla :-)
Ciao D

Saretta ha detto...

sai che questo blog è davvero intrigante???
non, di misterioso............
sarà una mia idea stupida.
complimenti, mi piace molto!!!

ciaociao buona nottata!

silvio ha detto...

Ciao Valentine. Hai mai pensato, se non lo hai già fatto, di scrivere un romanzo?

My funny Valentine ha detto...

@ Saretta: grazie del complimento e di essere passata da me! Verrò presto anche io a farti una visita... :-)

@ Silvio: è da quando ho più o meno 8 anni che sogno di scrivere un romanzo, e ci provo anche. Il fatto è che ho una deriva talmente critica e ostile verso me stessa, che quello che scrivo poi lo distruggo ben presto. Non mi soddisfo, non mi sento ancora matura. Ciò non toglie che ci penso e ci provo quotidianamente...
Un abbraccio
V

Anonimo ha detto...

Notturno piovoso e musica. Mi hai riportato la sostanza sottile di un ricordo passato, non importa quanto vero e quanto inventato.
Buona serata :)

F.

Anonimo ha detto...

(il commento precedente l'ho lasciato io, slittando sul mouse prima di firmare)