Il mio vecchio, illuminato professore di Filosofia morale all'università, Virgilio Melchiorre, ha dato quella che, secondo me, è una delle più affascinanti descrizioni fenomenologiche della distinzione tra uomo e donna. Oggi, nell'ormai abusata Festa della donna, propongo alcune delle più interessanti tesi da lui espresse nel saggio Metacritica dell'eros.
L'uomo è per natura cavaliere errante: il suo spirito - attratto dal trascendente e dall'altrove - vaga e vaga, fatalmente attirato da orizzonti sconosciuti. Ma il pericolo intrinseco di questo irrisolto vagare sta nella tentazione di fuggire - senza fedeltà e senza memoria - anche da se stesso, e al contempo nel rimanere prigioniero di questa fuga che si attua senza soluzione di continuità, come condanna o destino. La donna, per natura stanziale e castellana, Terra e grembo e custodia, memoria e fedeltà, reca in sé i pericoli della sterile conservazione, della pochezza di vedute e prospettive.
Eppure, uniti questi due limiti e queste due grandezze, ne deriva una formidabile ricchezza relazionale, che è tanto più profonda quanto più intenso è il rapporto. Finitezze ed infinità maschili e femminili si possono allora incontrare laddove l'uomo diventi cavaliere della finitezza e lei castellana dell'infinito, ovvero poli alternati e complementari in cui la donna riesce a fiorire come finitezza aperta all'infinito, e l'uomo a definirsi come infinito determinato dal finito.
Citando Schleiermacher, potremmo concludere dicendo che
l'uomo con l'amore guadagna di unità, di collegamento di tutto ciò che è in lui col suo vero e sommo centro, insomma di chiarezza e di carattere; la donna invece di coscienza di se stessa, di espansione, di sviluppo di tutti i germi spirituali, di contatto col mondo intero. [...] Voi uomini ci perfezionate; ma noi vi consolidiamo.
[Tratto da L'amore romantico]
V
12 commenti:
Mmmmmmmm.... "castellana dell'infinito..."... come faccio a non tesoreggiare queste parole... a non incastonarmele nella mente... a non farle fiorire, e poi nidificare, e poi esplodere dentro l'arcobaleno, gocciolando lente e quiete nel mare profondo delle fiabe...
Il mio "Senza mimose" è anche per te, Valentina. E' l'8 marzo, ma è l'8 marzo dei nostri blog. Straordinario.
magnifico post...e blog interessante!
ciao e...auguri ;)
Balù, che bel commento... che scalda il cuore e accende le parole.
Grazie
V
@ Mimmo: grazie per gli auguri e i complimenti... da donna confido che sono sempre graditi!
;-)
V
Mi piace la figura del cavaliere e della castellana,si può tornare indietro nella vita? No, peccato avrei cavalcato un destriero bianco a cercar la bella amata.
Buon tutto Val.
buona notte
Roberto
Grazie Valentine...
fino a pochi anni fa avrei tenuto la prima parte e scartato il resto...
Ora so' che la conclusione è non solo giusta quanto da desiderare...
Ora la sento profondamente mia, spero solo di riuscire a trasformarla da un sentite ad un vivete...
Auguri ancora...
Io propongo un uomo castellano e una donna cavaliera. Non per polemica, ma così, tanto per cambiare
;-)
ciao marina
Buongiorno Valentina. Devo dirti con franchezza che non ho mai amato chiudere in una definizione, per quanto complessa e articolata, alcuni aspetti del vivere erotico-sentimentale dell'uomo. Certo l'analisi del prof. Melchiorre è seria e affascinante, forte di un richiamo ancestrale amcora vivo dentro ognuno di noi; io, però, ho incontrato spesso nella mia vita uomini castellano e donne cavallerizze erranti. Non so se ciò dipende dalle nuove stagioni sociali (dal 68 in poi) in cui mi son trovato a vivere o da una pura e fortuita casualità. Alla fine l'unica cosa che mi sento di sottoscrivere è la tua frase finale "Voi uomini ci perfezionate; ma noi vi consolidiamo", solo per l'ultimo stralcio però, ho conosciuto un solo uomo capace di migliorare una donna e decine di donne capacissime invece di trasformare un uomo, consolidandolo...o distruggendolo! Solo un uomo con una forte componente femminile può reggere a una simile metamorfosi.
Sarà che sono nomade nel sangue, ma non me la vedo addosso questa distinzione.
Io mi sto leggendo l'Héritier.
Un bacione (di nuovo agli arresti domiciliari).
Bleek, te lo auguro di cuore, e d'altra parte prendere consapevolezza delle cose è il primo fondamentale passo per cambiarle e viverle.
Questo post voleva mettere in rilievo la sostanziale e ineludibile diversità tra uomo e donna. Che poi, come Marina suggerisce, si possa anche parlare di uomo come 'castellano' e di donna come 'cavaliera', non è importante, in fondo. Hanno ragione Guccia ed Enzo Rasi: le differenze così rigidamente descritte difficilmente si adattano a tutti e rispecchiano tutti. Non è un caso che nel giorno della Festa della donna io abbia voluto parlare NON della donna, ma della distinzione tra uomo e donna: perché l'uno senza l'altra è misero, incompleto, e nella mia idea l'8 marzo è un giorno in cui le donne si riscoprono pienamente donne (con le loro qualità squisitamente femminili) e fanno per così dire 'pace' con gli uomini.
L'importante è che le differenze arricchiscano e non dividano.
L'importante è che siamo consapevoli di queste differenze.
L'importante è che per queste differenze ci sia sempre (e in questo caso 'sempre' significa 'sempre') rispetto.
V
è impossibile fuggire senza memoria, troppo spesso la fuga ha nel ricordo la sua motivazione
un caro saluto
@ Alessandro: molto vera la tua osservazione.
Grazie per essere passato.
V
Posta un commento