martedì 13 marzo 2007

Sconforto. E poi rinascita


Dopo aver scritto il mio primo post, mi ha assalito per qualche giorno uno smarrito sconforto, una labirintite cibernetica. Mi era sembrato bello essere finalmente partita per il mio primo viaggio virtuale, ma poi l'infinitezza degli orizzonti possibili mi ha smontato, mi ha dato scacco matto. Mi sarebbe piaciuto, partendo, poter dire a me stessa: ecco la mia meta: è il mare, la Cina, le piramidi o l'Africa Nera. Invece non avevo mete, ma solo spazio infinito, spazio sempre più infinito, che cresce e si moltiplica, e fibrilla e fornica e filia al punto da lasciare senza fiato. Al punto da avermi fatto tacere.
Perché in fondo ho pensato che ognuno di noi (che scrive blog, che partecipa alle community, che chatta o costruisce o visita siti), ognuno di noi, dicevo, è contenente e contenuto al tempo stesso; veicolo e vettore; unità di misura e righello. Surfiamo la rete, e siamo l'onda che la crea. E se è vero che è un pensiero che fa paura, è pur vero che non tutto ciò che ci fa paura è brutto. Anche la bellezza spaventa. E lo spaventoso sconforto che ho provato fino ad oggi nei confronti dell'inutilità di scrivere un blog, di far sentire la mia voce (così sottile, così inesperta) mi dà ora uno stimolo in più ad avere il coraggio di tirarla fuori, questa voce, per nessun altro motivo che per se stessa.
Spero di continuare ad avere questo coraggio. Il coraggio di parlare in un troppo affollato deserto.
V

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